Il Notaio non è tenuto ad effettuare accertamenti presso il Comune e la Regione sulla eventuale sussistenza di usi civici in difetto di “indici di allerta”, come conferma la Corte di Cassazione con la sentenza dello scorso 29 maggio.
Il caso al vaglio degli Ermellini era certamente sui generis, poiché la natura di proprietà collettiva del terreno era emersa soltanto successivamente alla stipula del mutuo del 1993 ricevuto dal notaio, ed a seguito di una Determinazione Dirigenziale del Comune del marzo 2008 che aveva riesumato una verifica demaniale del 1958, pubblicata soltanto nel 2013 per la eventuale opposizione da parte dei possessori.
Tuttavia, la Corte ha tenuto a precisare come avendo il professionista provveduto “ad acquisire il certificato catastale”, nonché “verificato i precedenti atti di vendita del fabbricato, da cui non risultava alcun uso civico, ed anzi, nel 1967, la cessione risultava avere ad oggetto terreno edificabile”, non vi fosse alcun motivo per compiere ulteriori e più approfonditi controlli.
In senso conforme già si era espressa la Corte di Appello di Napoli con due decisioni dello scorso anno (https://www.studioferrarogiove.it/usi-civici-la-valutazione-degli-indici-di-allerta-deve-avvenire-ex-ante/)